sabato 25 agosto 2007

Recensione di Renzo Montagnoli

Il premio letterario Philobiblion è un concorso per racconti brevi e inediti a tema medievale, che l’Associazione Culturale Italia Medievale ha promosso nel 2006 per la prima volta. Il nome attribuito al premio si ispira all’omonima opera del monaco benedettino Riccardo di Bury (1287 – 1345), cancelliere del re Edoardo II.

In questo volume sono raccolti i racconti finalisti, tutti di ottimo livello e in ogni caso di piacevole lettura.

Poiché il loro numero è modesto, essendo in tutto cinque, mi soffermerò su ognuno di loro.

Il pranzo del Dux Mediolani di Loredana Limone, opera che si è classificata al primo posto, è la cronaca esauriente del pranzo tenutosi nel 1395 per l’incoronazione di Giangaleazzo Visconti, il primo duca di Milano. Ho detto cronaca e in effetti si ha l’impressioni di leggere l’articolo di un ipotetico giornalista dell’epoca, un resoconto minuto e dettagliato di cibi, di ambiente, anche di tresche amorose che farebbe la gioia di qualche periodico attuale che si interessa della vita dei vip. E’ indubbiamente interessante, ma anche un po’ stucchevole e del racconto, come costruzione, ha ben poco.

Vallombrosa, di Vanes Fortini, secondo ex aequo, riesce a mecolare sapientemente il sacro al profano, con una vicenda forse paradossale, ma a cui l’irriverenza dell’autore ha saputo conferire una dignità letteraria non comune.

Il pozzo, di Cristina Sottocorno, pure secondo ex aequo, è una storia di un amore spontaneo che si scontra con la ragion di stato, una tematica abbastanza frequente nella narrativa che si ispira all’epoca medievale; un racconto che, tutto sommato, si lascia leggere, senza che però si scopra qualche cosa di nuovo.

Frate Francesco e Frate Leone, di Mauro Ursino, terzo ex aequo, è un bel racconto, scritto bene e che riesce a restituire quella spiritualità che all’epoca faceva da contraltare alle bassezze, quasi bestiali, dei potenti.

Il viaggio, una metafora della vita, compiuto da Francesco con un confratello ha pagine di profonde riflessioni che non possono lasciare indifferente il lettore.

Il re del nulla, di Fiorella Borin, pure terzo ex aequo, è un racconto stupendo, sia per trama che per costruzione della struttura. Anche in questo caso c’è un viaggio, vero, e metafora però anche della caducità del potere.

Renzo Montagnoli

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=2564