venerdì 30 novembre 2007

Un ponte tra l’immagine canonica e quella fantastica del Medioevo,tra il religioso e il boccaccesco

In cinque racconti editi da Tabula Fati è restituito il fascino dell’Età di mezzo

Nell’immaginario di ogni bambina c’è un momento in cui ardentemente ha desiderato essere una principessa, prigioniera in una torre al cui soccorso accorre un cavaliere dall’armatura lucente e su un cavallo dalla lunga criniera e dal pelo lucidissimo.
Se si potesse fare una datazione di queste visioni, si può dire che non penseremmo affatto all’antica Roma, né alla Parigi più lussuosa, né all’America coloniale, ma esclusivamente a quel Medioevo lungo mille anni, che a chiamarlo “Età di mezzo” sembra quasi una contraddizione, eppure ci fa comprendere quanto a volte possano essere lunghe le transizioni e certamente non indolori.

Un’età senza compromessi
Il piccolo libretto, Italiae medievalis historiae (Presentazione di Luca Molinini, Tabula Fati, pp. 80, € 6,00) è una raccolta di cinque racconti, finalisti alla prima edizione del Premio letterario “Philobiblon” 2006.
Ha lo scopo, così come il Premio stesso, di promuovere e valorizzare la conoscenza del patrimonio medievale, restituendo un’epoca fatta di violenze senza eguali, ma anche di magie misteriose, di armi, di amori carnali e spirituali.
Valori agli estremi senza possibilità di compromessi, che testimoniano una parte di un tempo della storia dell’uomo fatta di sì e di no.
Ma soprattutto il Premio prima e la raccolta dopo vuole costituire un ponte, un collegamento tra l’immagine storica, storiografica e istituzionale del Medioevo e quella fantastica e leggendaria della memoria collettiva.

Quando la storia diventa atmosfera
Medioevo è… non solo interminabili guerre sullo scacchiere.
È… nobil dame, scollacciate e ingioiellate, intente a piluccare appena, crogiolandosi nel pensiero (o l’illusione?) dell’amor cortese che qualche cavaliere, desideroso solo di servirle, offrirà di lì a poco.
È… una contessina che rompe il filo di perle che le cinge il collo esile e slanciato. I piccoli globi bianchi che si sparpagliano sul pavimento. Tranne uno, che rotola fin tra le due colline proprio nella scollatura, il cui tragitto il Dux mediolani segue attento con lo sguardo. Quest’ultimo, che libera l’irriverente perla dalla sua morbida prigione.
È… il sacrificio di Domitilla, costretta a sposare un uomo scelto dal padre, diverso da quello eletto dal suo giovane e palpitante cuore.
Da una parte il profano che nel lettore suona le corde più segrete, quelle per così dire “boccaccesche”: la vicenda paradossale del monaco Felicetto, dedito ai piaceri della carne, venerato come santo per un tragico equivoco, che lo strappa alla vita. Una vera eresia.
Dall’altra l’età della spiritualità, stigmatizzata nelle figure di frate Francesco e frate Leone.
Passando per le violenze: ne Il re del nulla un giovane principe cavalca attraverso le terre di suo padre fino ad incontrare le rovine di un castello in cui regna sovrana la disperazione e il ricordo lacerante.
Lungi l’idea di far passare l’immagine di un “medievaletto” da teatrino, dove regna sovrana la licenziosità e la violenza, ma deve circolare un caleidoscopico mondo di esperienze.

Annalisa Pontieri

(http://www.bottegascriptamanent.it/, anno I, n. 4, novembre 2007)

http://www.bottegascriptamanent.it/?modulo=Articolo&id=92

sabato 25 agosto 2007

Recensione di Renzo Montagnoli

Il premio letterario Philobiblion è un concorso per racconti brevi e inediti a tema medievale, che l’Associazione Culturale Italia Medievale ha promosso nel 2006 per la prima volta. Il nome attribuito al premio si ispira all’omonima opera del monaco benedettino Riccardo di Bury (1287 – 1345), cancelliere del re Edoardo II.

In questo volume sono raccolti i racconti finalisti, tutti di ottimo livello e in ogni caso di piacevole lettura.

Poiché il loro numero è modesto, essendo in tutto cinque, mi soffermerò su ognuno di loro.

Il pranzo del Dux Mediolani di Loredana Limone, opera che si è classificata al primo posto, è la cronaca esauriente del pranzo tenutosi nel 1395 per l’incoronazione di Giangaleazzo Visconti, il primo duca di Milano. Ho detto cronaca e in effetti si ha l’impressioni di leggere l’articolo di un ipotetico giornalista dell’epoca, un resoconto minuto e dettagliato di cibi, di ambiente, anche di tresche amorose che farebbe la gioia di qualche periodico attuale che si interessa della vita dei vip. E’ indubbiamente interessante, ma anche un po’ stucchevole e del racconto, come costruzione, ha ben poco.

Vallombrosa, di Vanes Fortini, secondo ex aequo, riesce a mecolare sapientemente il sacro al profano, con una vicenda forse paradossale, ma a cui l’irriverenza dell’autore ha saputo conferire una dignità letteraria non comune.

Il pozzo, di Cristina Sottocorno, pure secondo ex aequo, è una storia di un amore spontaneo che si scontra con la ragion di stato, una tematica abbastanza frequente nella narrativa che si ispira all’epoca medievale; un racconto che, tutto sommato, si lascia leggere, senza che però si scopra qualche cosa di nuovo.

Frate Francesco e Frate Leone, di Mauro Ursino, terzo ex aequo, è un bel racconto, scritto bene e che riesce a restituire quella spiritualità che all’epoca faceva da contraltare alle bassezze, quasi bestiali, dei potenti.

Il viaggio, una metafora della vita, compiuto da Francesco con un confratello ha pagine di profonde riflessioni che non possono lasciare indifferente il lettore.

Il re del nulla, di Fiorella Borin, pure terzo ex aequo, è un racconto stupendo, sia per trama che per costruzione della struttura. Anche in questo caso c’è un viaggio, vero, e metafora però anche della caducità del potere.

Renzo Montagnoli

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=2564

venerdì 13 luglio 2007

RECENSIONE di Ninni Radicini

Nel libro sono pubblicati i racconti selezionati per la finale della prima edizione del Premio letterario Philobiblon 2006, concorso letterario per racconti brevi organizzato e promosso dalla Acim - Associazione culturale Italia Medievale. Quando si parla o si scrive di Medioevo in genere - per fortuna sempre meno - lo si etichetta come l'era dei "secoli bui". In realtà il Medioevo fu la "notte" della Storia moderna solo nel periodo che seguì il crollo definitivo dell'impero romano d'Occidente (V sec. d.C). Gli sconfinamenti e le invasioni di popoli esterni al "limes" erano in realtà iniziate da alcuni secoli, ma la situazione diventò insostenibile in modo progressivo, fino a culminare in una devastazione generalizzata che lasciò la penisola italiana in condizioni sociali, economiche e perfino demografiche a dir poco disastrose (all'inizio del sesto secolo c'erano non più di cinque milioni di abitanti). Superata quella fase di dissoluzione di un mondo che per secoli aveva rappresentato una certezza per i suoi abitanti, le varie comunità locali cominciarono organizzarsi su base feudale, utilizzando il diritto romano e avendo come riferimento politico-militare una serie di personalità in scala gerarchica: dal sovrano del territorio - a volte coincidente con le mura di un castello - all'imperatore, al papa. Questa struttura, che oggi appare arcaica, fu invece il prodromo, anche socio-culturale, delle moderne organizzazioni statali fondate sul centralismo o sul federalismo. Inoltre fu in tale contesto che si svilupparono, la letteratura, le scienze, le arti che ebbero nel Rinascimento il loro culmine.

Senza addentrarsi in approfondimenti storici, i racconti di Italiae Medievalis Historiae sono incentrati su vicende tipiche dei microcosmi che caratterizzarono il Medioevo. Il tono, a volte tragico altre volte ironico, è un ulteriore motivo di lettura. Come in Il pranzo del dux Mediolani, di Loredana Limone. Ambientato alla fine del Trecento, narra del pranzo organizzato in onore di Giangaleazzo Visconti, primo duca di Milano. Tra i tanti invitati c'è anche una giovane contessa verso cui si rivolgono subito le attenzioni molto esplicite del regnante. Nel via vai di piatti con specialità gastronomiche iperproteiche, tipiche delle tavole dei nobili di quel tempo, il duca attende solo il momento propizio. Che arriverà, agevolato dalla emicrania della moglie. (Chi vuole può anche leggervi una rappresentazione "in costume" di qualche vicenda da moderno gossip…) Vallombrosa, di Vanes Ferlini, narra, con humor nero finale, la vicenda del monaco Felicetto, ritiratosi in un monastero per sfuggire ai pericoli dell'esterno. Vedendo messi a repentaglio i privilegi di cui si è trovato a beneficiare, nel tentativo di rimuovere l'ostacolo, finirà casualmente vittima - e poi martire - del diffuso anticlericalismo che aleggiava nel territorio circostante.

Più tragico Il pozzo, di Cristina Sottocorno. Nella Lunigiana, la quotidianità noiosa della giovane marchesa Eugenia Malaspina è presto superata dalla notizia di un grande ricevimento che si svolgerà nel castello. Per il servizio di sorveglianza arriva un contingente di cavalieri, inviati dai Medici di Firenze. Eugenia si invaghisce del loro capitano, ma non sa che quel ricevimento è stato organizzato dal padre per rendere pubblico il suo futuro matrimonio con Gianguido di Montefeltro. Nella consapevolezza di dover sposare quell'uomo, la sua decisione sarà definitiva. Ancora oggi al Castello di Filattiera si dice sia possibile udire i singhiozzi della contessa. Con un crescendo di drammaticità il lettore passa a Il re del nulla, di Fiorella Borin. Il figlio di un re, annoiato dalla vita di corte, decide di partire, accompagnato da un gruppo di cavalieri, per visionare i territori del regno con l'intenzione di addentrasi fino ai confini e superarli. Così avviene. Invece di tornare indietro decide di proseguire fino a un castello in cima ad una collina. Ai forestieri si presenta uno scenario di desolazione. Sembra non esserci alcun segno di vita, a parte il misero pranzo che il sovrano dice di stare preparando per i sudditi. Mentre porta a termine questo compito, narra la storia del suo regno, assediato dai turchi e sottoposto a condizioni disumane e violenze inenarrabili. Fino al terribile epilogo.

L'ultimo racconto Frate Francesco e frate Leone, di Mauro Ursino, è, nella sua apparente semplicità, il più oscuro perché sembra indicare la conclusione del Medioevo e le incertezze degli uomini per il mondo molto più complesso che vivranno nell'età moderna oltre all'ancora più indecifrabile rapporto tra l'uomo e il suo prossimo. Due frati sono in viaggio per raggiungere un monastero. Uno di essi, cogliendo a pretesto situazioni osservate durante il cammino, pone delle domande all'altro, che, in atteggiamento più meditativo, rinvia le risposte. Storie di microcosmi. Non è casuale che la fine del Medioevo coincida con la scoperta dell'America, ovvero il momento in cui si cerca di espandere l'orizzonte. Per l'Europa non fu naturalmente solo volontà di esplorare nuove terre ma anche necessità geopolitica, dovuta all'avanzata dei turchi e alla conseguente preclusione di molti sbocchi commerciali a Oriente.

All'inizio del 1993 arrivava nelle sale cinematografiche il film Magnificat, diretto da Pupi Avati. E' forse la migliore rappresentazione di un mondo spesso percepito in modo distorto, secondo il principio modernista del "progresso" come virtù del presente. Altre volte il Medioevo è ridotto a sfide cavalleresche e contrapposizioni in cui non vi è alcun rispetto per l'umanità. Italiae Medievalis Historiae è un libro tascabile con racconti che, grazie alla loro brevità, riescono ad essere una sintesi efficace di situazioni e personaggi caratteristici. Un modo molto immediato di avvicinarsi a un epoca storica complessa e, per molti, ancora da scoprire nei suoi lati meno noti, che se conosciuti - ci si augura da quanti più lettori - possono regalare chiavi di interpretazione per il presente e il futuro della società italiana ed europea.

Ninni Radicini

http://www.ninniradicini.it/libri/racconti_Medioevo_Italiae_Medievalis_Historiae.htm

domenica 1 luglio 2007

PRESENTAZIONE di Luca Molinini

Il racconto breve è da sempre una palestra importante per ogni scrittore: la limatura del superfluo, la capacità di sintesi, la coerenza della struttura narrativa rappresentano un punto di partenza fondamentale per chi abbia l’aspirazione di fare della parola scritta una vera e propria professione o per chi desideri semplicemente leggersi e farsi leggere in modo piacevole.
In quanto flusso immediato di pensieri — non a caso un autore del calibro di Raymond Carver avvicinava i racconti alla poesia piuttosto che alla narrativa — ritengo che il racconto breve nasconda la sua difficoltà nella capacità di superarne l’istintività, sottoponendo il testo a una continua rilettura e riscrittura, abitudini che purtroppo gli autori sembrano andare sempre più smarrendo. La questione si complica ulteriormente nel caso in cui la narrazione preveda un’ambientazione storica: l’autore, chiamato a immergersi in realtà e mentalità lontane dalle sue, correrà il rischio di risultare inadeguato o quantomeno poco credibile.
Ora, avendo il privilegio di aver a che fare quotidianamente per ragioni di studio con la storia medievale, mi è capitato sempre più spesso di riflettere su quanto questi secoli, compresi all’incirca tra il V e il XV d.C., stiano tornando a essere oggetto d’interesse della nostra cultura, proprio nel momento in cui la storiografia pone l’attenzione, seppur con qualche limite oggettivo di troppo, sulle componenti sociologiche, antropologiche e istituzionali dell’epoca in questione.
Al di là di giudizi affrettati e ormai fortunatamente in via di superamento, i quali tendono a dipingere il periodo medievale come “età oscura” o di “secoli bui”, la maggior parte dei non addetti ai lavori che si accostano al Medioevo è attratta dal mistero, dalla spiritualità, dalle personalità e dalle rivoluzionarie novità che quei secoli seppero esprimere.
A questa “rappresentazione” dell’età medievale vanno certamente collegati i recenti successi editoriali che hanno visto come protagonisti, forse perché capaci d’incarnare tutte le caratteristiche sopra citate, gli ordini militari — primi tra tutti i Templari — e i cavalieri crociati, le cui imprese alimentano al giorno d’oggi una fetta considerevole della letteratura fantasy. Il rischio di una produzione letteraria così intensa è indubbiamente quello di una banalizzazione degli eventi e dell’argomento, con ciò intendendo riferirmi ai troppi luoghi comuni che vengono spesso associati al Medioevo.
Proprio in conseguenza di quanto appena detto ritengo l’esperienza del Premio letterario Philobiblon — organizzato dall’Associazione Culturale Italia Medievale — particolarmente ben riuscita. Oltre alla valenza stilistica e strutturale dei sei racconti finalisti pubblicati in queste pagine, ciò che mi ha colpito positivamente è stata la capacità espressa da tutti gli autori di sapersi calare nei secoli, raffigurando il quotidiano con maestria.
Una scrittura quasi barocca accompagna Il pranzo del Dux Mediolani di Loredana Limone, in cui il duca, lontano dai campi di battaglia abituali, è sfidato da una tavola imbandita e da una dama intraprendente invitata alla disfida dell’amore, in un contesto che già prefigura la lussuosa vita cortigiana dei secoli a venire.
Di tutt’altro tenore il racconto di Vanes Fortini, Vallombrosa, in cui il sacro si mescola sapientemente col profano. La vicenda paradossale del monaco Felicetto, venerato come santo per un tragico equivoco, permette al lettore di sorridere condividendone però il destino crudele che lo strappa alla vita.
L’amore negato guida poi Cristina Sottocorno nel suo Il pozzo: tema ricorrente nella narrativa ispirata al mondo medievale, ma forse anche per questo di pregevole fattura perché mai banale. E allora perché non riflettere ancora sul tragico destino della giovane Domitilla, la quale preferisce privarsi della sua agiatezza piuttosto che essere concessa in sposa per motivi d’interesse?
Ma il Medioevo è soprattutto l’età della spiritualità, che irrompe con profondi caratteri di dolcezza in Frate Francesco e Frate Leone di Mauro Ursino. Il viaggio dei due confratelli mette a nudo l’umanità di un Francesco così lontano dai resoconti agiografici ufficiali, che ci sembra di toccare con mano la sua carismatica mitezza e profondità di spirito.
Il viaggio è il filo conduttore anche del racconto Il re del nulla di Fiorella Borin, in cui un giovane principe cavalca attraverso le terre di suo padre fino ad incontrare le rovine di un castello in cui la disperazione è l’unica abitante dopo le scorrerie dei Turchi e la maledizione della peste; pochi sopravvivono e il ricordo lacera il cuore.
Insomma, il lettore che si avvicinerà a questi racconti avrà la possibilità di “leggere” il Medioevo nelle sue molteplici sfaccettature, passando da una descrizione attenta di luoghi e particolari a caratterizzazioni psicologiche dei personaggi, fino a cogliere sfumature di quotidiana normalità all’interno degli elementi più fantasiosi e romantici delle leggende e della storia.

Luca Molinini

sabato 30 giugno 2007

Gli Autori di Italiæ Medievalis Historiæ

Loredana Limone ha pubblicato la raccolta di fiabe Il Trenino Arlecchino e altre storie (Edizioni Associate), la fiaba Il Pesciolino Eolo (Coop. La Mongolfiera) per la divulgazione di un progetto di affido e due libri letterario-gastronomici dal titolo La cucina del Paese di Cuccagna (Il Leone Verde Edizioni) e Mangiare in Cascina (Atesa Editrice, con prefazione di Davide Paolini). Ha ricevuto diversi premi per la poesia, la narrativa e la drammaturgia; il suo testo teatrale Mosaici d’Amore è stato messo in scena a Milano e Reggio Emilia. È guida di letteratura gastronomica per il portale superEva, conduce il laboratorio di scrittura creativa gastronomica “Sapori letterari” e ha uno spazio radiofonico di recensioni librarie su Circuito Marconi.

Vanes Ferlini, quarantadue anni, abita a Imola e lavora a Bologna presso la Banca Nazionale del Lavoro. Ha compiuto studi tecnici e più tardi ha sviluppato l’interesse per la letteratura, iniziando a scrivere poesia per poi proseguire con la narrativa. Nel marzo 2004 ha pubblicato la breve raccolta di poesie Il poeta nudo (Montedit, Melegnano), risultata finalista al Premio Il portone (luglio 2004) e al Premio Emma Piantanida (aprile 2005). Nell’aprile 2006 ha pubblicato il volume D’oltresogno. Raccolta di novelle per ragazzi e per adulti sempre ragazzi (Montedit, Melegnano), 3° classificato nella Sezione narrativa per ragazzi alla 9a edizione del Premio “Firenze Capitale d’Europa” (Palazzo Vecchio, 16 dicembre 2006). Ha vinto inoltre numerosi concorsi per la poesia e la narrativa inedite.

Cristina Sottocorno è nata il 19 maggio del 1977 a Monza. Dopo il diploma in lingue, consegue la laurea in Relazioni pubbliche presso lo IULM di Milano con una tesi sulla Comunicazione delle Istituzioni Museali in rete. Grazie a due borse di studio, ha occasione di frequentare un master al prestigioso Istituto Europeo del Design di Milano e successivamente di fare un’esperienza lavorativa presso il Presidio Ospedaliero di Desio. Attualmente vive a Lissone, con il compagno e il loro viziatissimo jack russell Ares, e si destreggia fra il lavoro a tempo pieno per l’Assessorato all’Educazione di Monza e la sua inguaribile passione per la scrittura, la storia, le arti figurative e tutto ciò che riguarda l’umana conoscenza. Il racconto Anima sfregiata è stato selezionato nell’ambito del Concorso Racconti Metropolitani indetto da “Metro” (quotidiano gratuito a distribuzione nazionale) e l’Università Popolare di Roma (UPTER) e pubblicato nell’antologia Tropico d’asfalto e altri racconti (EDUP, Roma 2006).

Mauro Ursino è nato a Bologna nel 1958. È laureato in Ingegneria elettronica ed ha conseguito il dottorato di ricerca in Bioingegneria. È professore ordinario di Bioingegneria Elettronica e Informatica presso l’Università di Bologna, dove si occupa dello sviluppo di modelli matematici di sistemi fisiologici complessi. Insegna Elaborazione di dati e segnali biomedici e Sistemi intelligenti naturali e artificiali. I suoi studi recenti riguardano l’applicazione dei modelli matematici alle neuroscienze e ai processi cognitivi. Ha pubblicato quasi duecentocinquanta lavori scientifici, di cui oltre cento su quotate riviste internazionali. Nel 1991 gli è stato conferito il Premio Marotta dall’Accademia Nazionale delle Scienze. Coltiva da diversi anni la passione per la letteratura. Con il racconto Frate Francesco e Frate Leone si propone per la prima volta ai lettori.

Fiorella Borin, nata a Venezia nel 1955, è laureata in psicologia. Si è dedicata per qualche anno all’insegnamento di Scienze umane e Storia negli istituti superiori. Ha collaborato con l’Università di Padova e, in seguito, ha maturato qualche esperienza in seno a piccole case editrici. Da una quindicina d’anni si dedica con passione allo studio della storia di Venezia. Oltre duecento suoi piccoli lavori di narrativa, poesia e saggistica sono presenti in antologie e riviste. Ha pubblicato la raccolta di novelle La donna velata e altre storie (Firenze 1991), il romanzo breve Le putine del Canal Gorzone (Milano 2002), la raccolta di racconti La Signora del Tempio Nascosto (Bologna 2003), il racconto storico-fantastico Il bosco dell’unicorno (Tabula fati, Chieti 2004), e i due brevi romanzi storici Mir i dobro (Milano 2005) e La sciarpa azzurra (Perugia 2005) ambientati nella Venezia sfarzosa e beffarda del Cinquecento. Ha conseguito una novantina di primi premi in concorsi letterari nazionali e internazionali.


http://www.edizionitabulafati.it/philobiblon.htm

sabato 16 giugno 2007

Novità editoriale: Italiæ Medievalis Historiæ

Armi, amori, eresia e spiritualità si rincorrono tra le pagine di Italiae Medievalis Historiae restituendo un’epoca diretta e senza compromessi. I racconti degli autori finalisti del premio letterario Philobiblon, organizzato dall’Associazione Italia Medievale, ci trasportano in un tempo lontano, presentandone il quotidiano mistero con maestria.
Il lettore che si avventurerà tra queste pagine avrà la possibilità di “leggere” il Medioevo nelle sue molteplici forme, dalle descrizioni attente e particolareggiate agli enigmatici personaggi, fino alle sfumature di quotidiana normalità colte all’interno dei più fantasiosi e romantici episodi delle leggende e della storia.



Italiæ Medievalis Historiæ
Racconti finalisti alla prima edizione del Premio Letterario Philobiblon 2006
Presentazione di Luca Molinini
Introduzione di Fulvia Serpico
Edizioni Tabula fati
[ISBN-978-88-7475-132-7]
Pagg. 80 - € 6,00

http://www.edizionitabulafati.it/italiamedievale.htm